C'erano, per usare un eufemismo, molte cose incredibilmente fantastiche nel ritorno di Steve Jobs alla Apple. Ma una cosa che mi ha sempre colpito come meno che buona dal punto di vista di un fan di Apple è che ha smesso di rilasciare interviste approfondite rivelatrici.
Man mano che la sua capacità di comandare la narrazione aumentava, il CEO di Apple si è comprensibilmente allontanato dal fare il segugio dei media che avrebbe fatto stato per la prima parte della sua carriera, dove parlava con onestà spesso dolorosa a apparentemente qualsiasi rivista che avrebbe lui. Una delle sue ultime interviste del genere? Quello apparso nell'edizione del 16 giugno 1994 di Rolling Stone.
![Schermata 2016-06-16 a 10.51.25 Nessun lavoro in vista!](/f/003f35fd2d20c569269fefdc0035181f.png)
Foto: Rolling Stone
Dato quanto sia importante Jobs come icona globale, non solo nei circoli tecnologici geek, sta dicendo dove si trovava Steve nel 1994 che non ha nemmeno fatto la copertina della rivista. L'immagine principale è quella della band Soundgarden, che allora festeggiava il suo decimo compleanno (proprio come, per inciso, lo era il Mac). L'altra grande storia in copertina era un articolo su Richard Nixon, che era morto all'inizio di quell'anno.
Jobs, in confronto, gestiva un'azienda tecnologica fallimentare (la percezione popolare di NeXT all'epoca, anche se ha portato a molte delle innovazioni che hanno definito Apple al ritorno di Jobs). L'intervista lo trova in uno stato d'animo contemplativo, dopo aver chiuso il reparto hardware NeXT nel 1993 e correndo il rischio di "[scomparire] nell'iperspazio", come osserva l'intervistatore Jeff Goodell nel suo introduzione.
L'intervista suggerisce molte delle cose che Jobs stava già pensando che avrebbe cambiato di Apple se fosse stato ancora lì: dalla mancanza di innovazione del Mac, che ha permesso a Microsoft di recuperare, alla sua convinzione che "piccoli team di tre, quattro, cinque persone" daranno forma al futuro dello sviluppo di app, qualcosa che l'App Store alla fine renderebbe perfettamente chiaro.
Suo merita una lettura e, come ho notato prima, sono affascinato dagli "anni selvaggi" di Jobs alla NeXT. Spesso vengono sorvolati da persone che si comportano come se si trattasse di un piccolo sbalzo tra i periodi di lavoro di Jobs in Apple, piuttosto che un periodo formativo decennale in una carriera professionale durata solo 35 anni.